Un forte boato ha preceduto il distacco di una consistente porzione della montagna.

Non si registrano feriti. Ma lo spavento, fra gli abitanti della zona che hanno udito il fortissimo fragore, è stato tanto. Da giorni la strada statale 36 dello Spluga, in quel tratto, era totalmente inibita al traffico proprio perché c’era la minaccia di caduta di una frana stimata dagli esperti in circa 5 mila metri cubi.

 Negli ultimi giorni i tecnici avevano registrato movimenti giornalieri di circa 60 millimetri: l’incombente dissesto stava scivolando verso valle. Il giorno 29 Maggio, migliaia di metri cubi di rocce sono franate sul santuario. L’area monumentale è stata invasa da pietrisco e massi anche di notevole dimensione. Il grande vallo immediatamente sovrastante il santuario ha evitato che lo stesso divenisse solo un ricordo, accogliendo buona parte del materiale 500 metri più sopra. Ciononostante, i proiettili di pietra staccatisi dalla sommità del versante hanno prodotto ingenti e numerosi danni, rendendo inagibile ai fedeli il complesso dedicato a Maria Madre della Misericordia. 

Da quel momento, gli abitanti dell’intera Valchiavenna, monsignor Oscar Cantoni vescovo di Como, le autorità civili e religiose della provincia di Sondrio e di Lombardia e moltissimi uomini e donne da ogni dove, si sono prodigati per ripristinare il complesso del santuario. Questo sito internet nasce per promuovere la ricostruzione e il restauro dell’area dove Maria volle apparire a due ragazze nel lontano 1492. 

PRIMI SOPRALLUOGHI DEI TECNICI RESTAURATORI NEL SANTUARIO DOPO L’EVENTO FRANOSO

Servizio fotografico eseguito da Cesare Contin.

SERVIZIO FOTOGRAFICO ESEGUITO DOPO L’EVENTO FRANOSO DEL 29 MAGGIO 2018